Avere il
coraggio di analizzare seriamente il sistema economico con le sue regole e le
sue limitazioni, partendo dal mercato del lavoro e dalle esigenze della piccola
e media impresa, dovrà rappresentare il punto di partenza di qualsiasi analisi
futura. Un sistema economico troppo burocratizzato, incapace di rispondere alle
vere esigenze delle piccole e medie imprese oggi rappresenta un grosso limite
alla ripresa economica.
Costruire una PA
capace di essere un valore aggiunto per il sistema economico, e non un peso che
rallenta le capacità competitive delle nostre imprese, dovrà essere il punto di
approdo di un’azione forte da porre in essere anche a livello regionale.
Abbiamo la
necessità di costruire un modello di sviluppo economico chiaro e credibile.
Oggi il problema è, Keynesianamente parlando, incrementare la domanda di beni
di consumo. Le scelte paventate dal Governo Renzi in merito alle manovre volte
a ridurre il cuneo fiscale ed incrementare la capacità di spesa dei lavoratori
dipendenti, vanno in questa direzione.
Il calo del Pil
è stato determinato da un calo del consumo interno lordo tanto che le imprese
che esportano rimangono competitive sui mercati internazionali e crescono di
pari passo con le imprese tedesche.
Continuare a
pensare che il Pil non cresca perché il mercato del lavoro è ingessato risulta
pura follia. Dobbiamo creare le condizioni per incrementare i consumi e ciò non
avviene certo attraverso politiche di austerità che vanno assolutamente
abbandonate nel più breve tempo possibile.
Bisogna rivedere
al più presto il sistema di ammortizzatori sociali. Non possiamo più
permetterci di erogare prestazioni economiche improduttive senza poter
utilizzare socialmente le prestazioni lavorative dei soggetti che ne
beneficiano.
Creare una banca
ore lavoro utilizzabile dagli Enti locali per prestare servizi sociali o di
pubblica utilità potrebbe rappresentare una risposta concreta ed immediata alle
esigenze quotidiane cui sono chiamati a dare risposte i nostri amministratori
locali.
Immaginare la
possibilità di utilizzare i lavoratori in mobilità (o che godono di altri
analoghi ammortizzatori sociali) in progetti di servizi di assistenza alle
persone inserite negli elenchi dei servizi sociali comunali o altre attività
analoghe che possono riguardare la piccola manutenzione piuttosto che la
guardianìa di immobili pubblici, strade, ville, ecc. Questo non significa
drogare il mercato, né tanto meno risolvere i problemi del lavoro, si tratta
però di dare un segnale rispetto alla possibilità di trasformare la spesa
pubblica erogata in tale ambito in spesa produttiva e moltiplicativa del Pil
invece che essere mero assistenzialismo. Si potrebbe immaginare la
realizzazione di buoni lavoro per progetti
di pubblica utilità e reddito minimo collegato a periodi di formazione
garantito per giovani inoccupati;
Occorre una
radicale riforma dell’intervento pubblico nell’economia, rimodellando le
istituzioni per innovare le modalità con cui si erogano i servizi pubblici ai
cittadini.
Abbiamo inoltre
l’esigenza di accelerare su alcuni temi importanti e caratterizzanti quali ad
esempio il potenziamento ed il rilancio dei centri per l’impiego con una
riforma seria e strutturale per creare dei centri in grado di rispondere seriamente
alle esigenze del mercato del lavoro. Inoltre non si può dimenticare il
versante dell’offerta di lavoro con particolare attenzione a settori quali ad
esempio il sistema del micro credito e dei prestiti a soggetti non bancabili, in modo da consentire ad imprenditori in
difficoltà finanziarie o che non hanno garanzie reali per poter comunque
garantire i propri investimenti con bilanci che dimostrino redditività e
solvibilità con risorse proprie, di poter finanziare le attività che si
dimostrino redditizie sul mercato.
Per poter
sviluppare una linea politica seria e costruttiva capace di incidere sui
processi produttivi del territorio si ritiene utile ed indispensabile aprire un
confronto serrato con la società civile e soprattutto con le forze politiche e
sociali oltre che sindacali e produttive, attraverso un percorso tematico che
vedrà da qui a qualche mese la realizzazione di alcuni workshop in cui
discutere specificatamente di alcuni temi particolarmente pregnanti e da cui
far emergere la linea di azione del partito all’interno delle singole
istituzioni territoriali in cui vi è la presenza di amministratori socialisti.
Comp. Consiglio Nazionale PSI F.to Dr. Giansanti Nicola
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