JAVA PRIGATORVET: La commemorazione dei defunti secondo gli Arbereshe. Un rituale che si fa prima delle Ceneri.

Vincenzo Cucci, presidente dell’associazione culturale “Vatrarbreshe” con sede a Chieri (To), un’associazione di coordinamento degli Arbereshe del Piemonte, rievoca la commemorazione dei Defunti secondo il rituale bizantino che avviene nel periodo del Carnevale: “Molto sentito è il culto dei morti commemorati dagli arbëreshë, secondo il rituale bizantino il sabato, a undici giorni dalle Ceneri. Nelle comunità arbereshe è consuetudine dedicare una settimana alla memoria dei defunti. Si crede che Gesù Cristo per otto giorni dia il permesso alle anime dei defunti di uscire dall'oltretomba per fare ritorno in superficie ed andare a ritrovare i luoghi dove sono vissuti. In tutte le case, nel corso di questa settimana, vengono tenuti accesi dei lumi, alimentati da olio, perché i morti entrando vedano la luce. Nelle comunità albanesi della Sila Greca, è tradizione, durante la settimana dei defunti o nel corso dell'anno la celebrazione della S.Messa in suffragio dell'anima di un defunto, recentemente scomparso, svolgcre la cerimonia della benedizione dei "collivi" o "panagiia". 
E' consuetudine usare il grano bollito per commemorare un defunto. Il frumento, secondo i liturgisti è simbolo del corpo umano destinato a risorgere a nuova vita dopo la corruzione e la polvere del sepolcro. Il Papas, l'odierno sacerdote di rito greco, viene invitato dai parenti del defunto a recarsi nelle loro case per benedire i "collivi". Per questa cerimonia tutti i parenti si trovano vicini, riuniti attorno ad un tavolo, su cui si trova un grande piatto col grano già bollito, due pani interi nostrani, una bottiglia di vino, un bicchiere, un cucchiaio ed un coltello. Due bambini, ai lati del tavolo, reggono in mano una candela accesa. Sopra un braciere viene sparso qualche grano d'incenso, il cui profumo vuole simboleggiare le opere buone e le virtù dello scomparso. Il sacerdote, nella preghiera di benedizione, domanda a Dio di benedire i semi di grano coi diversi frutti. Al termine, il pane viene tagliato a fette e su ciascuna di queste viene disposto il grano bollito. Viene distribuito a tutti i presenti incominciando dai parenti più vicini. I "collivi" rimasti vengono distribuiti alle famiglie. Il sabato dei defunti il sacerdote e i fedeli si recano al cimitero dove si celebra la messa e si benediscono le tombe. Non è raro vedere gruppi di uomini, disposti a forma di cerchio e coi gomiti appoggiati sulla tomba consumare qualche cosa in ricordo del defunto, offrendo da bere anche agli altri. Presso le comunità albanesi della zona del Pollino, era tradizione della gente più bisognosa, chiedere l'elemosina "për shpirt e prigatorvet" (per 1'anima dei cari defunti), recandosi casa per casa. Nelle famiglie più nobili, il giovedì, si preparava in una grossa pentola di grano bollito che veniva distribuito, la sera, ai poveri. A S.Martino di Finita, c'é ancora la tradizione di ricordare i defunti con un regalo in cibarie ai poveri (frutta secca, arance e altro). Anche a Lungro era consuetudine della gente bisognosa bussare casa per casa a chiedere l'elemosina (piçiudhra): olio, grasso, salame, pane”.

Lorenzo Zolfo

Le foto riprendono un momento della commemorazione dei defunti e Vincenzo Cucci con la fascia del tricolore ( è anche amministratore nel Comune di Chieri) con don Luigi Ciotti

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